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Categoria: Cinema
Creato Lunedì, 01 Ottobre 2012

Un giorno speciale, recensione di Luca Baroncini (n°150)

di F. Comencini

con G. Valentini, F. Scicchitano

Una giornata nella vita di due giovani. Gina ha un incontro importante con un parlamentare che potrebbe aiutarla a entrare nel mondo dello spettacolo. Marco è al primo giorno di lavoro e, di quel politico, è l’autista. Causa posticipo dell’appuntamento i due si troveranno a condividere la mattinata e il pomeriggio a zonzo per Roma.

Francesca Comencini, regista sensibile sempre attenta a non perdere di vista il contesto in cui colloca i suoi personaggi, anche questa volta tenta, basandosi liberamente sul romanzo “Il cielo con un dito” di Claudio Bigagli, di ammantare il quotidiano di autenticità e immediatezza.  

Ci riesce solo in parte. Lo spunto è un’ottima occasione per entrare nella vita di due ragazzi come tanti, con sogni e ambizioni non esagerati ma credibili. Il cinema ha il potere di amplificare la portata di qualunque conflitto e di renderlo universalmente condivisibile.

Invece di Gina e Marco finisce che non ce ne importa granché ed è interessante capire come mai questo accada. A incidere è prima di tutto la recitazione, piuttosto acerba per entrambi i protagonisti, Giulia Valentini al suo debutto e Filippo Scicchitano alla seconda prova dopo il successo di “Scialla!” Il film poggia tutto sulle loro fragili spalle ma i tentativi di imprimere un ritmo alle due personalità, non poi così diverse come l’inizio lascia presupporre, cadono presto nell’incertezza comunicativa. I cambiamenti di umore, le esitazioni, le esuberanze, l’attrazione reciproca, si susseguono all’insegna di un’innocua carineria che insegue la spontaneità ma tradisce schematismi e banalità. Un altro aspetto che annacqua il film è anche lo sguardo complice con cui la regista asseconda i personaggi che mette in scena, ponendoli come vittime di un sistema che subiscono quando invece si tratta di persone che, come tutte, scegliendo o evitando di farlo esprimono la loro adesione al mondo. Pur non volendoli giudicare finisce quindi per assolverli e questa distanza tra le intenzioni e il risultato si fa sentire. Peccato perché l’idea poteva offrire molte opportunità di riflessione, o anche solo intrattenere, invece si accontenta di volare a “Tre metri sopra il cielo”.

 

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