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Categoria: Cinema
Creato Domenica, 22 Gennaio 2023

ottomontagneLe otto montagne, recensione di Luca Baroncini (n°259)

di Felix  Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch 

con Alessandro Borghi, Luca Marinelli, Filippo Timi, Elena Lietti

Un libro Premio Strega, l’omonimo romanzo di Paolo Cognetti, incontra due registi belgi, Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch.

La trasposizione parte subito all’insegna dell’autorialità, con la scelta del formato 4:3 che riduce la superficie visiva dello schermo optando per la verticalità a scapito, prima di tutto, dell’impatto spettacolare. Una chiara dichiarazione d’intenti, come a dire, “non aspettatevi un film commerciale, perché questo non lo è”. La diffidenza iniziale è accentuata dal personaggio del padre, poi così centrale nell’economia del racconto, caratterizzato in modo un po’ frettoloso e interpretato da Filippo Timi con troppa enfasi, diverso da quello che il film della propria fantasia aveva tratto dalle pagine del libro. Si fatica quindi un po’ a trovare la giusta sintonia, questione di aspettative, certo, ma anche del modo in cui sono disattese. 

È con l’entrata in scena di Alessandro Borghi, però, che il film decolla e la complicità meravigliosa che si stabilisce tra lui e Luca Marinelli arriva a conquistare senza più riserve. Il film riesce infatti ad andare al succo del romanzo e di quell’amicizia tra il cittadino Pietro e il montanaro Bruno che, pur avendo poco in comune, trovano un’inaspettata complicità nel fare cose insieme, soprattutto condividere del tempo, durante quelle estati dell’adolescenza in cui il tempo sembra una risorsa infinita.

Pietro va tutti gli anni in montagna con la famiglia per le vacanze, Bruno in quei paesaggi bellissimi e ruvidi ci vive. Il film mostra i momenti di incontro e mancato incontro tra i due protagonisti e lascia fuori campo gran parte di quella vita che li precede e segue. Sono due differenti visioni del mondo a essere a confronto, due modi diversi di sentirsi centrati o almeno di provare a esserlo, con sprazzi di serenità in mezzo a una perenne inquietudine. E tutto quel carico di amicizia, cose non dette, parole importanti, macigni nel cuore, anni che passano, vita che scivola via, finisce per insinuarsi sottopelle e lasciare pacificati. Anche con il proprio film.

 

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