Ambiente
Pagano, come sempre, i lavoratori, redazionale
Chi paga? (n°287)
Questa la domanda scritta sul cartello tenuto in mano dalla manifestante ritratta in copertina.
Semplice la risposta: pagano, come sempre, i lavoratori.
La ricchezza di una regione nasce, che piaccia o meno, dal lavoro di chi contribuisce, in un modo o nell’altro, a trasformare le risorse in prodotti e a distribuirli alla popolazione. Una regione può disporre di molto terreno fertile, ma se non c’è chi lo lavora non sarà mai ricca. Alcuni sostengono che, all’interno di un territorio ospitale, si possa vivere bene di caccia e di raccolta. Non ne siamo convinti, ma una cosa è certa: sarebbe comunque necessaria la presenza di qualcuno che cacci e di qualcuno che raccolga.
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I Sollevamenti della Terra in Marcia, di Luciano Nicolini (n°276)
Si è svolta, dal 24 al 31 agosto, la terza marcia contro le opere inutili. Dopo il successo della prima e le conferme della seconda, questa è risultata, nel complesso, ancora più riuscita.
Si è partiti, quest’anno, dalla Toscana, e precisamente da Cutigliano, dove è prevista la costruzione di una nuova funivia che dovrebbe terminare a breve distanza dal Lago Scaffaiolo. Il progetto è quello di consentire agli sciatori provenienti dalla Toscana di raggiungere il nuovo impianto di risalita che stanno per costruire sul versante emiliano: siamo contrari ad entrambe le opere, anche perché, in conseguenza del cambiamento climatico, le giornate di neve sono ormai pochissime. Gli impianti di risalita potrebbero comunque servire ad agevolare il turismo estivo, ma in estate l’area dove si trova il lago Scaffaiolo è già fin troppo frequentata…
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Respinto il ricorso al TAR (n° 271)
Il 19 febbraio il TAR ha respinto il ricorso presentato dall’associazione AMO Bologna Onlus e altri contro il decreto di compatibilità del Passante di Bologna, emesso nel 2018, e atti conseguenti. A giudizio dei nostri legali la sentenza è stata fortemente punitiva. Il TAR non ha riconosciuto la delicatezza degli interessi in gioco, come invece aveva fatto il Consiglio di Stato in sede cautelare, e ha condannato i ricorrenti a un totale di 60.000 euro di spese “oltre accessori come per legge”. Valuteremo nei prossimi giorni l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato.
La Toscana, di Rino Ermini (n°270)
Se si fa il nome della Toscana subito partono gli oh di meraviglia per la sua bellezza, le città d’arte, la cultura. Va detto però che non tutto riluce, che ci sono anche tante cose che non vanno bene e che spesso quel che appare lucente addirittura non è il meglio.
Come dappertutto, si dirà; ma ciò non è un’attenuante. A volte qui è anche peggio rispetto ad altri luoghi, a cominciare da certe città o territori simbolo di questa Regione che se si guarda bene sono proprio questi ad avere i problemi più grossi.
Bologna: continua la lotta contro l’allargamento del “passante di mezzo”(n°268)
Il 2 novembre una decina di attivisti di “Ultima Generazione” ha bloccato la tangenziale di Bologna per circa un’ora in segno di protesta contro il progetto di allargamento di autostrada e tangenziale, che porterebbe il “passante” a raggiungere, in alcuni punti, diciotto corsie. Il giorno seguente è scattata la repressione: per due attivisti è stato disposto il divieto di dimora in città, per un terzo l’obbligo di firma.
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I Sollevamenti della Terra (ancora) in marcia (n°265)
«Il prossimo settembre ci metteremo di nuovo in marcia contro la cementificazione, la distruzione degli ambienti dove abitiamo e per fortificare quei modi di vivere che riteniamo più in sintonia con i nostri territori. Come l’anno scorso, abbiamo scelto di farlo camminando, per sentire la terra sotto i nostri piedi e per darci la possibilità dell’incontro.
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Sull’alluvione in Romagna, redazionale (n°264)
Mentre stiamo scrivendo, l’Emilia-Romagna è allagata. Già si contano più di dieci morti, e decine di migliaia di sfollati. I danni alle cose, inoltre, sono incalcolabili.
Diversi lettori, da fuori Bologna, ci telefonano per sapere come ce la stiamo passando (la nostra redazione, come molti di voi sanno, è a Bologna); altri, consapevoli che in genere pesiamo attentamente le parole e i giudizi, ci chiedono cosa pensiamo di ciò che sta accadendo.
Ancora sui “sollevamenti della terra”, in marcia dalla pianura alla montagna (n°260)
«La marcia si è conclusa a settembre – scrivono i promotori – ma il nostro percorso continua. Come avrai capito, il modo migliore per conoscerci è venire alle nostre assemblee o alle altre iniziative che organizzeremo. Altrimenti puoi scriverci a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Onde elettromagnetiche, di Elena Dalbasso (n°253)
Appare sempre più evidente che le onde elettromagnetiche hanno un impatto negativo sugli organismi viventi. È un argomento difficile da affrontare: non si percepisce la pericolosità delle onde in quanto non sono visibili, non emettono rumori e non spargono odori. Ma autorevoli studi epidemiologici e prove sperimentali hanno dimostrato gli effetti negativi dei campi elettromagnetici sugli esseri viventi
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Illusioni verdi, di Toni Iero (n°247)
Il maggiore problema che l’umanità si trova ad affrontare nel momento attuale è, a parer mio, la questione del cambiamento climatico. La sua pervasività e la profondità delle conseguenze che comporta, lo rendono la principale minaccia incombente sul genere umano (e non solo).
Nel numero di ottobre di Cenerentola, Luciano Nicolini osservava, con riferimento a varie questioni, che occorre “cambiare modello di sviluppo, ispirandosi alla semplicità, alla libertà, all’uguaglianza, alla solidarietà”.
Le Georgiche: il vento, di Rino Ermini (n°242)
Il vento. Come si può non scrivere del vento? Il vento nella gola di un camino una sera d’inverno. Il vento Tramontano in un bosco di faggi subito sotto il crinale dei monti, con la sua voce imponente, solo molto più in basso, sulle colline, un poco mitigata nei boschi di castagni e fra gli olivi. E che cosa ha in sé e che cosa porta quel leggero vento di maestrale che accarezza il viso a una ragazza, seduti in un prato a primavera, mentre le fai la tua dichiarazione d’amore? Avete mai visto poi un bicchiere di vino guardato in controluce col vento Marino, un giorno di maggio, seduti al tavolo di un’osteria, tu e quella ragazza?
Le Georgiche: l’acqua, di Rino Ermini (n°241)
“Quid dicam, iacto qui semine comminus arva / insequitur cumulusque ruit male pinguis harenae, / deinde satis fluvium inducit rivosque sequentis / et, cum exustus ager morientibus aestuat herbis, / ecce supercilio clivosi tramitis undam / elicit? illa cadens raucum per levia murmur / saxa ciet scatebrisque arentia temperat arva.
Libro I, vv 104-110
“Che dire di colui che appena seminato segue / i solchi e rompe i cumuli di terra infeconda, / poi induce un corso d’acqua con i suoi ruscelli nel maggese / e, quando il campo riarso brucia di erbe morenti, / ecco attira a sgorgare l’acqua dal ciglio di un sentiero / in declivio? Quella cadendo tra sassi levigati solleva / un murmore roco, e ristora con zampilli l’arida campagna”.
Le Georgiche: i boschi, di Rino Ermini (n°240)
È inevitabile che nelle Georgiche, trattando il Poeta di campagne, campi e bestiame, vi sia una diffusa presenza dei boschi, dell’acqua e del vento, accennati a volte brevemente, quasi di sfuggita, altre invece in ampi passaggi. Di questi tre aspetti della natura e del mondo contadino dove vivevo un tempo, voglio parlare negli ultimi tre interventi dedicati alle Georgiche, cominciando dai boschi.
Le Georgiche: le api, di Rino Ermini (n°239)
“Protinus aereii mellis caelestia dona/ exsequar: hanc etiam, Maecenas, aspice partem./ Admiranda tibi levium spectacula rerum/ magnanimosque duces totiusque ordine gentis/ mores et studia et popolus et proelia dicam.” Libro IV, vv. 1-5
“Proseguendo, dirò del dono celeste dell’aereo miele./ Volgi lo sguardo, Mecenate, anche su questa parte./ Ti canterò mirabili spettacoli di modeste cose,/ e i magnanimi capi, e, per ordine, l’indole/ e le attitudini di tutta una gente, e i popoli e le battaglie.”