Dibattiti e opinioni
Ancora sul covid-19
Non è certo la prima volta che ci occupiamo del covid-19 (qualche anno fa, gli dedicammo l’editoriale di diversi numeri). Torniamo sull’argomento per segnalare l’uscita del rapporto curato dalla Commissione sull’epidemia nominata dal Congresso degli Usa (520 pagine!). Ne pubblichiamo la sintesi iniziale1, nella quale il suo presidente dice cose discutibili ma interessanti…
Sulle elezioni in Umbria e in Emilia-Romagna, redazionale (n°287)
Il 17 e il 18 novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo dei consigli regionali in Umbria e in Emilia-Romagna. Il Partito Democratico e i suoi alleati le hanno vinte entrambe, malgrado il governo italiano sia saldamente in mano alla destra e, pochi giorni prima, Donald Trump fosse diventato presidente dell’impero del quale l’Italia fa parte
Quanto ha influito la scarsa affluenza alle urne?
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Sulle elezioni in Sassonia e Turingia, redazionale (n°276)
La Germania, come tutti sappiamo, è uno stato federale: il primo settembre si sono svolte, in Sassonia e in Turingia, le elezioni per il rinnovo dei rispettivi parlamenti.
All’indomani, quasi tutti i giornali italiani hanno sottolineato con enfasi il trionfo della estrema destra. Ma le cose non stanno esattamente così…
La vittoria della destra in Turingia
Iniziamo con il parlare della piccola Turingia (poco più di due milioni di abitanti), dove Alternativa per la Germania (AfD), il partito di estrema destra che giustamente preoccupa tutti i sinceri antifascisti, ha effettivamente vinto le elezioni conquistando ben 32 seggi (dieci in più rispetto a quelli di cui disponeva in precedenza) e l’Unione Cristiano Democratica (CDU) 23 seggi (due in più).
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A proposito di Pifferi e pifferai, di Luciano Nicolini (n°274)
Qualche anno fa andai a prendere un caffè in un bar situato nei pressi della casa in cui abito. Il barista, parlando del più e del meno con un avventore, disse che la sera prima aveva visto in televisione un documentario dedicato a un uomo che aveva la strana abitudine di uccidere le donne anoressiche.
Dopo aver scherzato con sua moglie (cicciottella) dicendole che lei di certo non correva rischi, il barista aggiunse: “Hanno detto che quell’assassino non è matto. È una persona perfettamente sana di mente!”
Mi venne spontaneo dire: “Beh, mi pare che tanto sana di mente non sia”. E il barista, sorridendo, non potè che darmi ragione.
Chiacchiere da bar…
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Dove va l’Europa? di Luciano Nicolini (n°274)
Le elezioni per il parlamento rappresentano un test interessante
Quando leggerete questo articolo, probabilmente, l’esito delle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo sarà già noto e, comunque vadano le cose, nessuno sarà rimasto particolarmente sconvolto (dato che si tratta di un organo che ha prevalentemente funzioni consultive).
Sardegna e Abruzzo: quale messaggio? di Luciano Nicolini (n°272)
Aumentano le astensioni in un paese che ha sdoganato il fascismo
Nel mese di marzo, la scena politica italiana è stata occupata dal dibattito intorno a due elezioni regionali: quelle sarde e quelle abruzzesi. Le guerre, nelle quali siamo sempre più implicati, alla maggior parte dei politici nostrani sembrano non interessare. Per loro, sulle guerre non c’è niente da discutere: quando il governo degli Usa comanda si deve obbedire!
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I nodi vengono al pettine, di Luciano Nicolini (n° 271)
Guerra, crisi climatica, rivolta degli agricoltori, e ancora guerra…
Sono passati quattro mesi da quando, per l’ultima volta, ho parlato di guerra mondiale su questa rivista.
In particolare, riflettendo su di una frase di Bergoglio («Per me, oggi, è scoppiata la terza guerra mondiale») mi chiedevo se davvero fosse già iniziata, e se c’è una relazione tra quanto sta avvenendo in Ucraina e quanto sta avvenendo in Palestina.
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Denari, pensione, chi c’era con te? di Luciano Nicolini (n°270)
«Banane, lampone, chi c’era con te?
Io sono il tuo amore, sei solo per me»
Così recita una canzonetta di Franz Campi, portata al successo trent’anni fa dall’inossidabile Gianni Morandi e tuttora eseguita nelle balere della mia regione (l’Emilia-Romagna), forse perché la musica ritmata si presta ad essere ballata come hully gully.
Racconta di un maschio possessivo che teme che la sua compagna amoreggi con un altro, ma mi è venuta in mente leggendo due notizie pubblicate recentemente.
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Il “voto utile” non è una soluzione, Luciano Nicolini (n°269)
L’alternativa alla destra trionfante si costruisce nel cuore e nella testa della gente
Sullo scorso numero di Cenerentola ho fatto notare che il premio di maggioranza desiderato dalla Meloni ricorda molto la “legge Acerbo” voluta da Benito Mussolini per assicurarsi il controllo del parlamento. Una legge che poi non gli servì, perché nelle elezioni del 1924 il Listone Mussolini ottenne il 60,1% dei voti, ben più del 25% che assicurava il premio. Ho anche ricordato come nel 1924, in diverse circoscrizioni elettorali, soprattutto meridionali, il diritto di voto fosse stato esercitato in maniera palese, sotto gli occhi minacciosi di esponenti fascisti; ma ciò, purtroppo, non basta a spiegare il successo del criminale di Predappio.
Le accozzaglie non servono
Mi rendo conto che le considerazioni sopra riportate potrebbero spaventare qualcuno, e indurlo a votare il più forte tra i pochi partiti che si oppongono alla coalizione di destra, con l’intento di impedire ai fascisti di ripetere l’impresa che si concretizzò per loro nell’instaurazione di un regime dittatoriale, e per il popolo italiano in centinaia di migliaia di morti, nella distruzione del paese, nella perdita dell’indipendenza nazionale faticosamente conquistata nel corso del Risorgimento.
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L’Italia va verso la dittatura? di Luciano Nicolini (n°268)
Giorgia Meloni vuole che il capo della coalizione più votata abbia la maggioranza garantita in parlamento: un brutto film, già visto
La “legge Acerbo” fu una legge elettorale voluta da Benito Mussolini per assicurarsi una solida maggioranza parlamentare. Il disegno di legge fu approvato il 4 giugno 1923 dal Consiglio dei ministri, presieduto da Mussolini stesso. Con tale legge si intendeva modificare il sistema proporzionale in vigore dal 1919, integrandolo con un premio di maggioranza pari ai 2/3 dei seggi a beneficio del partito più votato, qualora avesse superato il quorum del 25%.
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Stato di emergenza, redazionale (n°267)
Il 5 ottobre il governo italiano ha prorogato di altri sei mesi lo “stato di emergenza” sull’intero territorio nazionale. Il pretesto è l’eccezionale incremento dei flussi di immigrati attraverso il Mediterraneo.
In base all’articolo 24 del decreto legislativo 1/ 2018 è il consiglio dei ministri a deliberare lo stato di emergenza, sulla base delle valutazioni presentate dal dipartimento della protezione civile. Tale delibera fissa la durata dello stato di emergenza e ne delimita l’estensione territoriale in base alla natura e alla gravità degli eventi.
St. Imier: un arcipelago di idee (e qualche contraddizione di troppo), di Nino Lisibak (n°266)
Lunedì 24 luglio mattina, all’indomani degli Incontri Internazionali Antiautoritari (RIA, Rencontres Internationales Antiautoritaires) che hanno avuto luogo in Svizzera, il sindaco liberal/radicale di St.Imier, Corentin Jeanneret ha trovato sulla porta del suo municipio una scritta rivendicata dal “Fronte di Liberazione dei nani da giardino”, di cui si ricordano le imprese negli anni ’90 del secolo scorso (e infatti c’erano dei nani da giardino ad attenderlo davanti al municipio). Altre scritte o tag di chiara matrice anarchica imbrattavano le facciate di alcuni edifici. Di tutto ciò verrà chiesto conto agli organizzatori dell’evento.
Arisa, Peter Gomez, il matrimonio e le adozioni da parte di coppie omosessuali, di Luciano Nicolini (n°265)
Scrive Peter Gomez su Il Fatto Quotidiano del 31 maggio 2023: «Giorgia Meloni e i suoi alleati, prima o poi, la questione se la dovranno porre. E lo dovranno fare al di là degli slogan e dei pregiudizi. Nella comunità Lgbtq+ vi sono tante persone che pur battendosi per i diritti civili non si sentono di sinistra. Accade in Italia e accade nel resto del mondo (…). Detto in altre parole, il sentirsi di destra o di sinistra non dipende da chi amiamo o dal sesso delle persone con cui andiamo a letto.
Berlusconi è morto, abbasso Berlusconi! di Luciano Nicolini (n°265)
«Le roi est mort, vive le roi!» (è morto il re, viva il re!). Questa era in Francia, prima della grande rivoluzione del 1789, la formula usata per annunciare al popolo la morte del re e la nomina del suo successore, al fine di ribadire la continuità ininterrotta della monarchia.
Poiché mi auguro che il berlusconismo non continui dopo la morte del suo inventore, non mi resta che dire: “Berlusconi è morto, abbasso Berlusconi!”.
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