Alcuni articoli del numero 242 di Cenerentola
L’Italia è veramente in declino? di Toni Iero
Da tempo, con riferimento all’Italia, si sente parlare di un processo di progressivo declino. Qui, in sintesi, cercherò di presentare alcune evidenze a proposito delle sole dinamiche economiche del nostro Paese. Poiché, come si sa, si vive di confronti, ho paragonato gli andamenti di alcuni elementari indici economici dell’Italia con quelli delle altre tre maggiori nazioni della area dell'euro: Germania, Francia e Spagna.
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Covid-19: non si può fare a meno di parlarne ancora, di Luciano Nicolini
È spiacevole, per chi edita questa rivista, constatare che degli ultimi undici numeri pubblicati ben sette si aprono con un articolo dedicato al covid-19. Però non si può fare a meno di continuare a parlarne, anche perché la gente ormai non parla d’altro.
Abbiamo affrontato il problema da molti diversi punti di vista, cercando di capire come si sarebbe evoluta la situazione. Ora, a oltre un anno di distanza dall’ “inizio ufficiale” dell’epidemia, è tempo di azzardare un bilancio (provvisorio).
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Fulci Talks – Conversazione uncut con Lucio Fulci, recensione di Luca Baroncini
Documentario di Antonietta De Lillo
Chi era Lucio Fulci? Un regista di film scollacciati, orrorifici, western, thriller, comici, il cosiddetto “cinema di genere” che imperava in Italia durante gli anni ‘70 e in parte ‘80? Un solido professionista poco incline alle etichette? L’autore di almeno tre film diventati di culto e ancora oggi studiati ed emulati (“Non si sevizia un paperino”, “Sette note in nero” e “Zombi 2”)?
Nel documentario di Antonietta De Lillo a lui dedicato il regista romano, scomparso ormai da venticinque anni, si definisce in tanti modi, tra cui anche “mite anarchico”: “Nei miei film regna quasi sempre un’assoluta anarchia”, afferma Fulci, “anche quelli con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia sono anarchici!”.
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Nomadland, recensione di Luca Baroncini
di Chloé Zhao
con Frances McDormand, David Strathairn
Esistono vari modi per sondare la contemporaneità. La giovane regista cino-americana Chloé Zhao sceglie di trasporre l’omonimo libro d’inchiesta della giornalista Jessica Bruder con la complicità di un’interprete straordinaria come Frances McDormand.
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Le Georgiche: il vento, di Rino Ermini
Il vento. Come si può non scrivere del vento? Il vento nella gola di un camino una sera d’inverno. Il vento Tramontano in un bosco di faggi subito sotto il crinale dei monti, con la sua voce imponente, solo molto più in basso, sulle colline, un poco mitigata nei boschi di castagni e fra gli olivi. E che cosa ha in sé e che cosa porta quel leggero vento di maestrale che accarezza il viso a una ragazza, seduti in un prato a primavera, mentre le fai la tua dichiarazione d’amore? Avete mai visto poi un bicchiere di vino guardato in controluce col vento Marino, un giorno di maggio, seduti al tavolo di un’osteria, tu e quella ragazza?