Cinema
Gennaio 2025 al cinema, di Luca Baroncini
Il mese di gennaio è ormai diventato uno dei più attesi della stagione da parte di esercenti e distributori, perché statisticamente è uno dei più ricchi dell’anno. Il 1° gennaio escono ormai più film importanti che in qualunque altra settimana, e anche nel 2025 la tendenza trova conferma.
Si comincia infatti l’anno con sette film, tutti di peso e rivolti a target differenti. Per i più piccoli c’è Sonic 3, terzo film basato sui personaggi dell’omonimo videogioco; per gli amanti della comicità italiana scende in pista il cabarettista Pintus, con Dove osano le cicogne, che prova ad affrontare con leggerezza il tema della fecondazione assistita; chi preferisce invece un cinema classico e ben confezionato non può mancare Maria di Pablo Larraìn, con Angelina Jolie nel difficile ruolo di Maria Callas; chi poi è in fuga da luminarie, regali e sorrisi, imposti come schiaffi nel periodo festivo, troverà pane per i suoi denti – attenzione, però, perché si tratta di canini – con Nosferatu, attesissimo horror di Robert Eggers.
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Hey Joe, recensione di Luca Baroncini (n°287)
di Claudio Giovannesi
con James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini, Aniello Arena
Il nuovo film di Claudio Giovannesi segna il ritorno di James Franco. L’attore statunitense, dopo essere stato star richiestissima per almeno tre lustri dall’inizio del nuovo millennio, è bruscamente uscito di scena per l’accusa di molestie verso allieve del suo corso di recitazione.
Woman of the Hour, recensione di Luca Baroncini (n°287)
di Anna Kendrick
con Anna Kendrick, Tony Hale, Daniel Zovatto
Ci sono storie vere che sono già talmente originali che sembrano poter dare vita a sceneggiature perfette. È il caso di “Woman of the Hour”, la cui sceneggiatura è stata inserita nel 2017 nella cosiddetta “black list” (un sondaggio annuale sulle sceneggiature più apprezzate ma ancora non prodotte), per poi essere acquistata da Netflix nel 2021. Si basa sulle gesta di un serial killer, Rodeny Alcala, che negli Stati Uniti di fine anni ‘70, tra una vittima e l’altra (e furono parecchie), decise di partecipare al gioco televisivo “The Dating Game”, il nostro “Il gioco delle coppie” per intenderci.
Il punto di vista del film è prevalentemente quello di una ragazza in cerca di fortuna come attrice che dopo tanti provini andati male accetta, in assenza di alternative e con l’affitto da pagare, di partecipare al gioco in veste di cacciatrice. Rischierà di diventare la nuova preda dello spietato assassino.
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Flow – Un mondo da salvare, recensione di Luca Baroncini (n°277)
di Gints Zilbalodis
Un cataclisma ha annientato l’uomo. Tracce della sua presenza ce ne sono, ad esempio nella bella casa in legno in cui un gatto nero va ogni sera a dormire, sul letto disfatto che probabilmente apparteneva al suo padrone, ma sono gli unici elementi di un mondo che sembra avere perso le sue coordinate abituali ed è tornato a essere popolato esclusivamente da animali.
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Anora, recensione di Luca Baroncini (n°277)
di Sean Baker
con Mikey Madison, Mark Eydelshteyn, Yuriy Borisov, Karren Karagulian
Anora lavora a Brooklyn in uno strip club dove le sue esibizioni sono a stretto confine con la prostituzione. L’incontro con il giovanissimo figlio di un oligarca russo che si innamora perdutamente di lei potrebbe rappresentare la svolta.
Festival di Venezia: il giro del mondo in ventuno film, di Luca Baroncini (n°276)
Il Festival di Venezia è una ghiotta occasione per fare il punto della situazione sul presente attraverso il cinema, che della contemporaneità è tramite ed espressione.
In un’edizione ricca di star e glamour, ma senza colpi di fulmine cinematografici, i temi più sondati sono stati la guerra, in tutte le sue forme, le dinamiche familiari, in ogni possibile declinazione, i rapporti affettivi, spesso sondati nelle mancate corrispondenze, e le derive neonaziste, sempre più diffuse e preoccupanti.
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Cosa guardare questa estate in streaming? di Luca Baroncini (n°275)
Il bello, ma anche il brutto, delle piattaforme, è che offrono di tutto e di più senza che sia ben chiaro cosa selezionare.
Sì, ci pensa l’algoritmo a proporre, ma finisce per essere seccante, soprattutto limitativo, essere i destinatari di calcoli matematici che decidono cosa è più adatto per noi.
Il mio consiglio è quindi di scombinare le carte e per questo vi propongo un viaggio tanto assurdo quanto, spero, curioso, attraverso alcuni film per cui potrebbe essere giunta l’ora della prima (o millesima) visione. Le piattaforme su cui trovare i film (indicate tra parentesi) sono aggiornate alla data di pubblicazione dell’articolo e potrebbero essere cambiate nel momento in cui leggete, perché sono spesso oggetto di revisione.
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Cosa guardare questa estate al cinema? di Luca Baroncini (n°275)
Non semplice fissare un calendario estivo dei film in programmazione al cinema, perché le date di uscita sono più che mai ballerine, del resto il periodo per le sale non è semplice e le strategie delle case di distribuzione sono inevitabilmente oggetto di frequenti aggiornamenti.
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Baby Reindeer, recensione di Luca Baroncini (n°274)
miniserie televisiva
(disponibile su Netflix)
Ci sono sensibilità che si riconoscono dalle ferite che hanno nell’animo. È quello che accade quando Donny, barista e aspirante cabarettista (perché bisogna dire per forza stand-up comedian?), offre una tazza di tè a Martha, una cliente turbata che non ha i soldi per pagare.
Mal gliene incoglie perché lei è una stalker e comincia a perseguitarlo. Lui è infastidito dalle continue e assillanti pressioni che riceve, almeno in parte, perché inizia un rapporto ambivalente dalle radici profonde attraverso cui finisce per alimentare, o comunque non stoppare, il fastidio. Quell’improvvisa urgenza nei suoi confronti si fa largo nel suo dolore, in qualche modo anestetizzandolo.
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Ripley, recensione di Luca Baroncini (n°274)
serie televisiva
(disponibile su Netflix)
Tom Ripley è un giovane americano senza scrupoli che vive di espedienti. Si trasferisce in Italia con l’incarico di convincere il giovane rampollo di una famiglia benestante a tornare negli Stati Uniti; ben presto, però, gli viene un’idea, tanto semplice quanto criminale: e se prendesse il suo posto sostituendosi a lui?
Nyad – Oltre l’oceano, recensione di Luca Baroncini (n°273)
di Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhely
con Annette Bening, Jodie Foster, Rhys Ifans
Ci sono molti modi per raccontare una storia “vera”, etichetta spesso ingannevole perché fa dimenticare che ciò che si vede sullo schermo non è la realtà, ma una sua rappresentazione non per forza fedele. Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhely, già vincitori dell’Oscar per il documentario “Free Solo”, scelgono la strada più convenzionale. La storia ruota intorno all’impresa epocale di Diana Nyad, la nuotatrice americana che ha voluto provare a stabilire il record di nuoto maratona in acque libere coprendo, all’età di 64 anni, la distanza tra le coste della Florida e Cuba.
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Il mondo dietro di te, recensione di Luca Baroncini (n°273)
di Sam Esmail
con Julia Roberts, Mahershala Ali, Ethan Hawke, Myha'la Herrold, Kevin Bacon
Siamo appesi a un filo, in fondo lo sappiamo, ma facciamo finta di niente, per quieto vivere, menefreghismo, incoscienza, ma soprattutto perché pensiamo di non potere fare nulla. Il filo è il nostro legame con la tecnologia che ci ha resi totalmente dipendenti. Se di colpo quel filo si spezzasse che cosa succederebbe? Se un mattino ci svegliassimo e la connessione non funzionasse più isolandoci dall’esterno, come reagiremmo? Se i satelliti si bloccassero rendendo vano ogni tentativo di comunicazione, quale sarebbe la nostra reazione? Cercheremmo la solidarietà dei vicini o cominceremmo abbastanza in fretta a vederli come possibili nemici?
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American Fiction, recensione di Luca Baroncini (n°272)
di Cord Jefferson
con Jeffrey Wright, Skyler Wright, John Ales, Patrick Fischler
Che film interessante la opera prima di Cord Jefferson, approdato alla regia dopo essersi affermato come giornalista e sceneggiatore televisivo.
Provoca infatti una sorta di corto circuito perché non si limita a portare avanti una tesi, ma sceglie la complessità. La chiave di lettura è nel jazz della colonna sonora che non porta in un’unica direzione, ma va un po’ dove gli pare. Proprio come la vita, che ci si sforza di incasellare anche quando si cerca di affrancarsi da etichette e stereotipi
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Kripton, recensione di Luca Baroncini (n°272)
documentario di Francesco Munzi
Francesco Munzi è un’anima divisa in due. In lui documentario e fiction procedono in costante contaminazione, a dimostrazione di come le etichette rischino, come sempre, di rivelarsi sintesi parziale e mai davvero rappresentativa. Sta di fatto che a dieci anni da “Anime nere”, il suo maggiore successo vincitore di nove David di Donatello, a sei dalla serie televisiva “Il miracolo” e a tre dal progetto documentaristico condiviso “Futura”, torna al documentario, anche se un po’ ibrido.