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Categoria: Cinema
Creato Martedì, 20 Dicembre 2022

Tori e LokitaTori e Lokita, recensione di Luca Baroncini (n°258)

di Luc e Jean-Pierre Dardenne 

con Mbundu Joely, Pablo Schils, Marc Zinga, Claire Bodson

Si dirà che i fratelli Dardenne fanno sempre lo stesso film, applicando il rigore formale che fin dagli esordi li caratterizza al disagio di personaggi borderline, specchio delle contraddizioni del quotidiano che fingiamo di non vedere. Probabilmente è vero, ma oltre al fatto che lo fanno quasi tutti gli autori, averne di film così, in grado di scuotere le coscienze e mostrare ingiustizie sociali che sono sotto gli occhi (chiusi) di tutti

È ancora una volta un cinema politico quello dei due registi belgi, in cui l’approccio essenziale e naturalista si mette questa volta al servizio di due migranti, un bambino e una ragazza. Tori e Lokita sono arrivati in Belgio clandestinamente dall’Africa, hanno un legame profondo, si supportano vicendevolmente e fingono di essere fratello e sorella. Al piccolo Tori viene concesso un permesso di soggiorno per motivi umanitari, mentre per la giovane Lokita le cose sono più complicate, perché per ottenerlo deve dimostrare alla Commissione per i rifugiati il legame di parentela con Tori. Nell’attesa i due si arrangiano come possono e finiscono nel giro di un ristoratore/spacciatore che li coinvolge in traffici sempre più loschi e pericolosi. 

I registi trovano ancora una volta la giusta misura per farci vivere il disagio dei giovani protagonisti, pedinati dalla macchina da presa in una terra straniera e ostile, in cui ogni scelta finisce per essere quella sbagliata. Come sempre il loro cinema non dà tregua: la tensione è costante e cresce progressivamente con l’allontanarsi del lieto fine. 

A Cannes, dove è stato presentato in Concorso, ha vinto, tra qualche polemica, invero discutibile, il Premio del 75º anniversario. I fratelli Dardenne sembrano infatti avere una corsia preferenziale per la Croisette: tutti i loro film sono stati presentati a Cannes e hanno vinto molti premi, tra cui due Palme d’Oro (“Rosetta” e “L’Enfant - Una storia d’amore”). Se però è vero che ogni nuovo film non sembra aggiungere nulla di nuovo al loro (pregevole ed efficace) stile, è vero anche che arricchisce la loro filmografia e la sensibilità di noi spettatori con storie sempre nuove e attuali. Certo, c’è una tesi, il loro sguardo sta dalla parte dei perdenti e degli esclusi, la forza del loro cinema è però quella di non raccontare un problema, ma di farlo vivere ai personaggi, rendendo le loro opere comunicative e preziose. Sarebbe limitativo dire che il loro è un film sui migranti. È infatti la storia di Tori e Lokita, ed è per il loro destino che stiamo in ansia tutto il film.

 

 

 

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