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Categoria: Cinema
Creato Domenica, 06 Marzo 2022

La fractureParigi, tutto in una notte, recensione di Luca Baroncini (n°251)

di Catherine Corsini

con Valeria Bruni Tedeschi, Marina Foïs, Pio Marmaï, Aïssatou Diallo Sagna

Il Pronto Soccorso è uno dei luoghi più democratici del mondo. Davanti a un malessere fisico, in un ospedale pubblico, finiamo per essere tutti uguali.

L’esperienza di un dolore condiviso, non necessariamente lo stesso, può quindi consentire l’incontro di persone che non avrebbero mai avuto modo di conoscersi, men che meno di capire le ragioni altrui, stabilendo così sintonie inaspettate.

È quello che accade nel nuovo film della regista francese Catherine Corsini, ambientato verso la fine del 2018 in una Parigi scossa da manifestazioni e scontri del movimento di protesta dei “gilet gialli”, nato spontaneamente sui social network per protestare contro l’aumento dei prezzi del carburante, l’elevato costo della vita e la disparità delle riforme fiscali previste dal governo a svantaggio delle classi lavoratrici e medie. 

In una delle giornate più cruciali del fermento in atto finiscono in un Pronto Soccorso sull’orlo del collasso anche Raf, una fumettista borghese che si è rotta un gomito in seguito a una banale caduta, e Yann, un manifestante ferito e arrabbiato. L’incontro farà scintille e consentirà di affrontare in modo diretto e senza retorica molte questioni. In tal senso il titolo italiano appare un po’ fuorviante perché se si pensa a una notte a Parigi tutto viene in mente meno che il Pronto Soccorso, invece è proprio lì che si concentra la Parigi che interessa alla regista. Più calzante, anche se di sicuro meno accattivante, il titolo originale “La fracture”, perché sono ben tre le fratture di cui si occupa il film: quella fisica, che comporta il ricovero in ospedale, quella sentimentale, perché Raf si sta lasciando dalla sua compagna e sono in un momento molto delicato della loro relazione, e quella politica e sociale che divide la Francia, rappresentata proprio dai “gilet gialli”. 

Con un ritmo serrato la regista riesce a raggiungere il suo obiettivo che è quello di indurre alla riflessione stimolando il confronto, attraverso una finzione a stretto confine con la realtà. I temi sono seri, l’approccio cerca, e trova, un equilibrio tra la commedia e il dramma. 

Protagonista è Valeria Bruni Tedeschi, qui più Valeria Bruni Tedeschi che mai, quindi perfettamente in parte come borghese nevrotica, evanescente e dalla battuta tagliente. 

Il film è stato presentato in concorso al festival di Cannes ed è candidato a sei premi Cesar (gli Oscar francesi).

 

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