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Categoria: Cinema
Creato Domenica, 06 Febbraio 2022

tick tick boomTick, Tick… Boom! recensione di Luca Baroncini (n°250)

di Lin-Manuel Miranda

con Andrew Garfield, Alexandra Shipp, Vanessa Hudgens, Robin de Jesus

Jonathan Larson è l’acclamato creatore di “Rent”, musical diventato un classico degli anni ’90, vincitore di tre Tony Award e di un premio Pulizter per la drammaturgia. Tutti riconoscimenti di cui non ha potuto godere perché è morto molto giovane, a soli 35 anni, per un aneurisma all’aorta, tra l’altro proprio il giorno della prima esibizione in anteprima Off-Broadway di “Rent”. 

Il precedente “Tick, Tick… Boom!” nasce come una sorta di monologo rock in cui Larson si racconta in un flusso di coscienza musicale che solo successivamente è stato rivisitato come musical. A trasporlo per il cinema è Lin-Manuel Miranda, nome di punta di Broadway, per cui ha scritto i musical di grande successo “In the Heights” e “Hamilton”. 

Il risultato è un tuffo negli anni ’90, quelli in cui si cominciava a passare dall’era industriale a quella dei servizi e che finiamo per ricordare per le camicie a quadri, la musica grunge e il dilagare dell’aids; aspetti, musica grunge a parte, che ritroviamo anche nel film di Miranda, oltre a un’atmosfera immancabilmente bohemienne, come spesso accade quando si parla di artisti di talento che cercano di sfondare a New York. 

Il colpo d’occhio non brilla per originalità, la vitalità esibita è esattamente come ci immaginiamo possa essere, e questo rende l’insieme un po’ stereotipato, ma i conflitti messi in scena sono universali e toccano corde profonde e sempre vibranti. Al centro del racconto, infatti, due elementi si intersecano: lo scorrere inesorabile del tempo e la ricerca del proprio posto nel mondo cercando di districarsi tra ciò che si sente nel profondo e quello che invece gira intorno. Attenzione, non si parla di sogni, almeno non solo, ma di ciò che non si può fare a meno di essere, quel fuoco vivo impossibile da spegnere che porta il protagonista a trasformare ogni momento, anche quello in cui la sua ragazza lo sta lasciando tra le lacrime, in una creazione artistica. 

Il film esplora questi temi contaminando la realtà con la fantasia, il cinema con il teatro, il digitale con l’analogico, il dentro con il fuori. La musica, con canzoni tutte interessanti ma nessuna memorabile, fa da collante al fiume in piena delle emozioni del protagonista, cameriere che lavora da otto anni a una ambiziosa commedia musicale e alla vigilia dei trent’anni si trova davanti alla grande occasione: un workshop di presentazione dell’opera a cui parteciperanno i nomi che contano.

Consapevolmente frammentario, ricco di spunti e suggestioni, dal ritmo febbrile, in piena sintonia con l’incessante fluire dei pensieri e dei differenti stati d’animo del protagonista, un bravissimo Andrew Garfield che si butta anima e corpo nel personaggio, il film racconta una vita cominciata come tante, terminata prematuramente e resa immortale dal ricordo.

In modo acritico viene mostrata anche l’ossessione, soprattutto americana, per le tappe sociali, in cui ogni decade di vita ha il suo cartellino da timbrare e se questo non accade si insinua l’ombra del fallimento. 

E se non fosse così? Ma questo è un altro film.

Garfield ha vinto il Golden Globe come migliore attore e si prenota un posto tra le nomination agli Oscar. Il film è disponibile su Netflix.

 

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