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Categoria: Cinema
Creato Martedì, 10 Novembre 2020

Locandina del film EstEst – Dittatura Last Minute, recensione di Luca Baroncini  (n°237)

di Antonio Pisu

con Lodo Guenzi, Jacopo Costantini, Matteo Gatta

Tre amici romagnoli, in quell’età incerta e inquieta in cui stanno per entrare nel mondo senza ritorno degli adulti, decidono di fare un viaggio insieme verso est. Siamo nell’ottobre 1989, a un mese dalla caduta del muro di Berlino, e le motivazioni del trio vanno dal fare qualcosa insieme al vendere biancheria intima ai mercatini, con la spensieratezza e l’ingenuità dati dalla giovane età e dalla fame di vita.

Siamo dalle parti, molto amate dal cinema, del viaggio come finestra sul mondo, in grado di dare nuove consapevolezze e prendere le distanze dalle piccole certezze del quotidiano. Pago, Bibi e Rice arrivano così a Budapest, dove però scoprono che con la caduta della Cortina di Ferro tra Austria e Ungheria l’occidentalizzazione del paese è già nel vivo e il loro commercio di biancheria intima ben poco concorrenziale. Decidono quindi di spingersi ulteriormente a est e l’incontro con un uomo in fuga dal regime dittatoriale di Ceausescu diventerà determinante nell’indirizzare la loro meta. 

A Bucarest si troveranno a vivere sulla loro pelle le conseguenze di un regime totalitario, una realtà completamente nuova che trasforma il loro bighellonare da avventura picaresca a racconto di formazione. Perché un conto è guardare distrattamente un telegiornale, diverso trovarsi invece a contatto diretto con una dittatura toccandone con mano le conseguenze su se stessi e sulle persone con cui ci si relaziona.

Il regista Antonio Pisu alterna al girato materiale d’archivio e riprese video dell’epoca (il vero Rice era partito armato di videocamera), perché la storia è vera e traspone il libro di Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi il cui titolo dice già tutto: “Addio Ceausescu. Tre giovani romagnoli alla scoperta e all’avventura oltre la Cortina di Ferro”. Una sorta di come eravamo di fine anni ’80, in cui si respira il sapore della vita vera filtrato dall’indulgenza della memoria. 

La fotografia di Adrian Silisteanu uniforma la luce a quella dei filmati d’epoca, trovando una piacevole armonia, la colonna sonora crea un filo rosso che lega Franco Battiato ad Al Bano & Romina, e gli interpreti, tra cui il volto più noto è quello di Lodo Guenzi frontman del gruppo musicale “Lo Stato Sociale”, sono affiatati e simpatici. 

Un film da non perdere per chi era giovane a quel tempo, ma in grado di parlare a tutti perché contestualizza dinamiche universali in un momento storico cruciale.