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Categoria: Storia e personaggi
Creato Lunedì, 21 Novembre 2005

Carlo Gambuzzi, di Nicola Terracciano (n°68)

Carlo Gambuzzi nacque a Napoli il 26 agosto 1837 da Pasquale e Maria Carolina Landolfi. Il padre, direttore delle dogane, lo fece educare dai Gesuiti, ma già giovane entrò nel cerchio dei cospiratori antiborbonici. Si laureò in giurisprudenza nel 1858.

Arrestato nel marzo 1860 per la stampa di un giornale clandestino ‘Il Piccolo Corriere’, fu trattenuto  per tre mesi nel carcere di S. Maria Apparente. Dopo la liberazione del Mezzogiorno, l’attività politica fu più intensa. Fu membro della commissione amministrativa e della redazione del quotidiano mazziniano ‘Popolo d’Italia’ di Napoli, poi segretario di un comitato di provvedimento per Roma e Venezia.

Fu con Garibaldi ad Aspromonte nel 1862. Nel 1864 partecipò a Napoli al IX congresso delle società operaie affratellate, promotore di un indirizzo a Mazzini. Nel giugno del 1865 conobbe Bakunin, che visse a Napoli dall’estate 1865 all’estate 1867, di cui fu amico intimo e collaboratore.

Massone e garibaldino, accorse nel 1866 con gli amici Fanelli e Mileti a combattere nel Tirolo come volontario garibaldino.

Nelle sue posizioni teoriche era vicino al Cattaneo, Pisacane, Proudhon, in particolare al fondamentale tema del Federalismo, in opposizione al centralismo, all’unitarismo ed al conseguente autoritarismo, produttore di guerre e di miseria sociale. Su quelle coordinate nacque a Napoli l’esperienza dell’associazione democratico-sociale, di profonda fede federalista, europeista, internazionalista, e del periodico omonimo ‘Libertà e Giustizia’ del 1867, di cui fu Gambuzzi, con Fanelli, delegato e oratore al primo congresso della Lega per la Pace e la Libertà di Ginevra.

Partecipò al moto garibaldino di Mentana del 1867. Fu presente a Berna nel 1868 al II Congresso della Lega per la Pace e la Libertà. Aderì all’Alleanza Democratica Socialista, di cui fu uno dei membri più attivi.

Del peso e del ruolo di Gambuzzi erano consapevoli le stesse autorità di polizia che così scrivono di lui nel 1868 “Carlo Gambuzzi. Giovane d’ingegno, svegliatissimo, sobrio, solerte ed instancabile. Esercita una positiva influenza sugli affiliati dell’associazione ‘Libertà e Giustizia’. Ha estese relazioni, e se non fosse obbligato ad un diuturno lavoro di avvocatura per provvedere al mantenimento della sua famiglia, che dopo la morte del padre gravita su di lui, sarebbe pernicioso all’ordine pubblico… Gambuzzi è un rivoluzionario da non disprezzarsi”.(1)

In un’altro raro documento, pubblicato da Cestaro, del Prefetto di Napoli al Ministero dell’Interno del 31 dicembre 1869,  relativo alla “Associazione Operaia Internazionale” si dice “Le associazioni operaie che si erano costituite per lo passato in Italia e fuori avevano a principale scopo il mutuo soccorso, rifuggivano in massima parte dalle questioni politiche e qualche volta se giungeva fino ad esse l’elemento del disordine e dell’agitazione o veniva bentosto eliminato o dopo breve intervallo era apertamente condannato.

In Napoli esisteva da tempo ed esiste tuttora tutta una serie di società operaie di mutuo soccorso, presieduta dal Tavassi, uomo devoto all’ordine ed influentissimo. Intanto gli agitatori cui la stessa non andava a versi, per opera principale di uno di essi, sig. avvocato Carlo Gambuzzi, giovane, oltre ogni dire irrequieto, disordinato ed ambizioso, riuscirono a creare in maggio 1868 un gruppo di operai dissidenti delle frazioni di Sarti e Cappellai, i quali poi nel Febbraio ultimo, sotto la direzione del Gambuzzi, costituirono la Associazione Operaia Internazionale, ramificazione di quella universale di cui si è parlato. (...) Il giornale ‘L'Eguaglianza’ è l'organo della detta associazione; il Caporusso, il Gambuzzi e altri di parte avanzata hanno la briga di raccogliere proseliti.

L'associazione ha un locale nell'abolito Monastero delle Crocelle in via Mannesi, ove tiene l'ufficio della presidenza e le riunioni parziali o generali. Il numero dei soci ascende ad oltre un migliaio, fra i quali però vanno annoverati moltissimi di buona fede, che quando si sono trattate questioni relative a politica, non hanno mancato di fare viva opposizione al Caporusso e compagni”. (2)

Gambuzzi fu anche uno dei principali organizzatori di quello che fu un altro degli eventi importanti del 1869: l’Anticoncilio promosso a Napoli dal deputato Ricciardi, contro quello convocato dal Vaticano per lo stesso anno e tenne durante il suo svolgimento un importante discorso sull’importanza dell’emancipazione economica, oltre che di quella intellettuale e politica.

Fu arrestato sia nel 1870, quando, in connessione con uno sciopero di operai pellettieri, la polizia fece irruzione nella sezione napoletana dell’Internazionale, sia nell’agosto del 1971, quando la  sezione napoletana fu sciolta con decreto del Ministero dell’Interno.

Nel 1872 collaborò al nuovo periodico internazionalista di Napoli ‘La Campana’.

Come dice Errico Malatesta, uno dei grandi internazionalisti, della generazione successiva a quella di Gambuzzi, di orientamento rigidamente anarchico, “questi, i Fanelli, i De Luca, i Gambuzzi, i Tucci, i Palladino ecc. furono i primi socialisti, i primi internazionalisti, i primi anarchici di Napoli e d’Italia”. (3)  

In seguito fu a Londra per affari e, dopo la morte di Bakunin,   avvenuta  nel   1876,   ne sposò la vedova Antonia (o Antossia) Kwiatowska.

Nel 1882, con il suffragio allargato, si presentò candidato per la Camera con altri internazionalisti socialisti italiani. Eletto risultò in quella tornata solo Andrea Costa.

Come narra il suo attuale, più accurato biografo, Pensa, “nel 1884, nei tristi giorni dell’epidemia (di colera) da cui Napoli fu colpita, Carlo Gambuzzi si trovò al posto del combattimento e del pericolo. Insieme al generale Coppola, a della Torre, Dovara, D'Alessandro, Oliteti e Bisceglie, formarono il comitato d'aiuto dell'associazione dei superstiti delle patrie battaglie - primo a costituirsi, e non secondo ad altro nell'apprestare aiuto.

E dopo la battaglia contro il flagello epidemico, nuovamente e sempre, alle battaglie politiche - battaglie elettorali in cui sperimentò la forza delle coalizioni e l'efficacia delle calunnie e dei tradimenti; battaglie giornalistiche, affaticate e senza sorrisi; battaglie contro le spavalde e mostruose forze associate della delinquenza, onde triste e turpe esempio in Napoli è la camorra, dagli ultimi strati sociali salita ad assidersi nelle pubbliche amministrazioni.

II povero Gambuzzi fu primo è quasi unico ad affrontare la spaventosa piovra dai mille tentacoli. Fu il primo che, invocando il risanamento morale di Napoli, affrontò il Casale onnipotente e spadroneggiante, con una nudrita campagna nella sua ‘Gazzetta di Napoli’. Fu processato. La magistratura condannò”. (4)

I suoi riferimenti profondi erano, come dice sempre il Pensa, Garibaldi e Bakunin: “Se i programmi possono essere simbolizzati nei nomi, in quelli di due giganti era la fede di Carlo Gambuzzi: - Garibaldi e Bakunin. Dell'uno e dell'altro ebbe l'affetto; per l'uno e per l'altro serbò riverente il culto.

Nel 1882, durante il viaggio di Garibaldi nelle province meridionali e nella Sicilia, Carlo Gambuzzi e Federico Salomone erano a capo della scorta d'onore dell'eroe. (...) E per Michele Bakunin conservò sempre l’entusiasmo e difese la memoria. E quando nel 1892 Quirico Filopanti suscitò una spinosa polemica, facendo delle insinuazioni contro Bakunin a proposito del tentativo insurrezionale socialista del 7 agosto 1874 a Bologna, il Gambuzzi levò alto la voce, ed inviò una lettera aperta al Filopanti, nella quale mise a posto i fatti: ricordò come il Bakunin seppe strappare al mazzinianismo molti tra i più ardenti seguaci - ed oppose all'opinione del Filopanti su Bakunin quella di Garibaldi e di Saffi. (La lettera dal titolo ’Per Bakunin e per la storia’, apparve su ’La Gazzetta di Napoli’ del 15 maggio 1892).

I ricordi di Garibaldi e di Bakunin destavano il suo entusiasmo ed erano il suo orgoglio.

Ed è morto nella fede di quei due - fede che si differenzia al giudizio degli osservatori superficiali; ma che si fonde in un medesimo sogno generoso e grande di redenzione umana - fede in quell’internazionale di lavoro e di pace, per cui l’uno diede l’impulso e l’altro il solenne vaticinio di sole dell’avvenire”. (5)

Morì a Napoli il 30 aprile 1902, per una polmonite contratta per aver aderito e partecipato sotto la pioggia ad uno sciopero di ferrovieri a Roma. Ai suoi funerali partecipò una folla immensa di operai, uomini di cultura (tra essi Benedetto Croce e Giustino Fortunato), delle professioni, di persone comuni, di aristocratici, di onorevoli come Bovio, Cardarelli. Inviarono telegrammi gli on.li Zanardelli, Giolitti, Rattazzi.

Note

1) A. Scirocco, Democrazia e socialismo a Napoli dopo l’Unità (1860-1878), Libreria Scientifica Editrice, Napoli, 1973, pp. 341-342.

2) A. Cestaro, Internazionalisti anarchici e clericali a Napoli dopo l’Unità, Editrice Universitaria Meridionale, Napoli, 1969, pp. 211-213.

3) E. Malatesta, Il mio primo incontro con Bakunin, in “Pensiero e volontà e ultimi scritti (1924-1932)”, Edizioni del Risveglio, Ginevra, 1936 (ristampa anastatica del 1974 a Carrara), Vol. III, p. 246.

4) P. Pensa, Carlo Gambuzzi, in AA. VV., In memoria di Carlo Gambuzzi nel trigesimo della morte, Napoli, Priore, 31 maggio 1902, numero unico, p. 4.

5) P. Pensa, Carlo Gambuzzi, cit., p. 4.

Scritti editi di Carlo Gambuzzi

- Sulla tomba di Giuseppe Fanelli, s.n.t.(ma Napoli, 1877)

- Per la verità. Origine e fine del processo Casale-Gazzetta di Napoli, Napoli, 1901.

Bibliografia

AA. VV., In memoria di Carlo Gambuzzi nel trigesimo della morte, Napoli, Priore, 31 maggio 1902, numero unico (che si può leggere nella versione integrale, curata dall’autore di questo articolo, sul sito internet www.liberalsocialisti.org, sezione ‘Biblioteca Liberalsocialista’).

T. Detti, Carlo Gambuzzi, voce del Dizionario Biografico del Movimento Operaio Italiano, Vol. II, Editori Riuniti, Roma, 1976, pp. 426-429

G. Brancaccio, Carlo Gambuzzi, voce del ’Dizionario Biografico degli Italiani’, Treccani, Roma, Vol. LII, 1999, pp. 126-129.

G. Aragno, Carlo Gambuzzi, voce del ‘Dizionario biografico degli anarchici italiani’, Vol, I, BFS, Pisa, 2003. La voce si limita a richiamare ciò che è generalmente noto, si appiattisce Gambuzzi sul solo bakuninismo, lo si accusa di contraddizioni. Si tace del suo impegno contro la camorra e la lunga direzione della ‘Gazzetta di Napoli’.

Mancano, come si vede, sia una biografia ampia e rigorosa sia una raccolta dignitosa, organica degli scritti di Gambuzzi, che potrebbero essere facilmente raccolti, a testimoniare la rimozione possente, quasi secolare che grava sulla sua figura, sulla sua opera, sul suo pensiero, portata avanti specialmente dalla storiografia socialcomunista marxista, che ha particolarmente infierito su colui che aveva non solo seguito Bakunin, il gigantesco avversario di Marx e del suo comunismo autoritario, ma aveva ospitato i Bakunin a casa sua e ne aveva sposato dopo la morte la moglie.

Come esempio di rimozione si ricorda il lavoro di Enzo Saltarelli, Il socialismo anarchico in Italia, Feltrinellli, Milano, 1973, dove non appare assolutamente il suo nome. In tutte le altre ricerche sulle origini del socialismo italiano, il suo nome  appare solo di sfuggita.

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