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Categoria: Guerra
Creato Lunedì, 19 Gennaio 2004

Irak: mercenari con licenza di uccidere, redazionale (n°29)

E’ stato pubblicato, sul "Manifesto" dell’8 gennaio, un interessante articolo di Stefano Chiarini intitolato: "Far West Iraq, soldi, pescecani e pistoleri".

"Una nuova tappa nella corsa alle ricchezze del far-west iracheno – scrive Chiarini - è partita ieri con il lancio delle gare d'appalto per una serie di assai vantaggiosi contratti per un valore di 5 miliardi di dollari, finanziati con i 2,6 miliardi di dollari appena ricevuti dall'Onu (i soldi dell'Oil for food) e i 18,6 miliardi di dollari stanziati dal Congresso americano"... "Naturalmente possono partecipare alle gare solamente le società dei paesi che hanno partecipato alla guerra e stanno partecipando all'occupazione del paese facendo versare ai loro cittadini un altro tributo di sangue in cambio di lucrosi contratti per le loro multinazionali".

Detto per inciso, ci sembra degno di nota questo cambiamento nel linguaggio: fino a pochi anni fa molti avrebbero scritto "in cambio di lucrosi contratti per le multinazionali", sottintendendo che il potere di quest’ultime si stava sostituendo al potere degli stati nazionali. Oggi invece si parla di "paesi" (cioè "stati") "che hanno partecipato alla guerra"... "in cambio di lucrosi contratti per le loro multinazionali".

Che avesse ragione Bossi quando sbraitava: "Quali multinazionali? La maggior parte ha sede a New York!"

Ma non è di questo che volevamo parlare.

"L'uccisione ieri del vigilante e il ferimento di tre suoi colleghi della North Oil Company – prosegue Chiarini - ha riportato l'attenzione su quello che ormai è diventato il secondo tra i contingenti che occupano l'Iraq: quello dei vigilantes e dei pistoleri privati il cui numero sarebbe arrivato a 10.000 unità, superando di poco quello dei Britannici con 9.900 soldati. Un fenomeno in costante crescita"...

"Finito ufficialmente il conflitto, il ruolo delle imprese militari private si è andato ulteriormente allargando. Una società privata, la Vinnel sussidiaria della Northrop, addestrerà il nuovo miniesercito iracheno, un'altra, la Dyncorp, si occuperà della polizia. Due pilastri della «irachizzazione» del conflitto saranno quindi sotto il controllo di società private. Lo stesso quartier generale di Paul Bremer sarebbe in realtà difeso da una ditta britannica la «Global Risk International» con base nel Middlesex, che arruola i famosi Gurkha, soldati delle isole Figi, e soprattutto membri delle Sas le squadre speciali britanniche, mentre un’altra compagnia la Eryns si occuperebbe della «protezione» di oltre 140 installazioni petrolifere irachene nel nord del paese"...

Fino ad ora, ovviamente, la loro attività si svolge sotto il controllo del governo USA; ma domani?

"L'Amministrazione Usa – conclude Chiarini - non solo concede piena immunità al personale della Coalizione e a coloro che lavorano per la coalizione che dovranno, in caso di reati, essere giudicati dai rispettivi paesi e non dalla giustizia irachena, ma stabilisce anche che qualsiasi processo legale nei confronti degli appaltatori e sotto appaltatori della coalizione non potrà avere origine se non vi sarà il via libera, per iscritto, dello stesso Paul Bremer.

E cosa può accadere in caso di richieste di danni per perdite materiali o danni alle persone? Tali procedimenti andranno indirizzati anch'essi agli stati a cui appartengono gli eventuali responsabili, ma a patto che non siano derivati da «fatti bellici». In pratica si tratta di una immunità assoluta per i nuovi pistoleri del far-west iracheno".

Povero Far-West! Grazie ai film di Hollywood è diventato sinonimo di regno della violenza e del sopruso...

E dire che, in realtà, si trattò di una società di pacifici coloni che vissero, lontani dal potere centrale, amministrandosi con modalità piuttosto democratiche, per l’epoca.

Il fatto di sangue più clamoroso ad essi attribuito, la famosa "sfida all’OK Corral", che ha ispirato decine di pellicole, costò la vita a poche persone e, se si fosse verificato oggi, nell’ Irak occupato o, più semplicemente, nel Mezzogiorno d’ Italia, sarebbe quasi passato inosservato.

Ma la rovina dei popoli sono i poteri forti, non la loro assenza.