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Categoria: Medioriente
Creato Sabato, 01 Settembre 2012

Siria e dintorni: acqua sporca, di Il Passatore (n°149)

In Siria c’è un dittatore cattivo (quelli buoni sono quelli che sono allineati con U.S.A. ed Israele, anche se è meglio non chiamarli così), ma ci sono anche i ribelli buoni che lottano per liberare la loro terra.

Il dittatore non ha remore a massacrare il popolo, i ribelli lo fanno (forse) con qualche remora, ma sono massacri a fin di bene, oserei dire paragonabili a quelli della “guerra umanitaria”, una bazzecola rispetto agli eccidi del criminale Assad.

In due parole, forse eccessivamente sarcastiche, è sintetizzato il pensiero dei media del mondo “libero e civilizzato” che hanno il compito di imbonire un’opinione pubblica che in fin dei conti è molto più impegnata a sbarcare il lunario.

Già, siamo in crisi! Tutte le manovre fatte per uscire dal pantano non sortiscono effetto, le tensioni sociali sono sempre più evidenti come il pericolo di una dissezione geopolitica globale in cui l’Occidente potrebbe essere messo da parte. La primavera araba, come ho già avuto modo di scrivere su queste pagine, è in realtà un autunno arabo (oggi rettifico in inverno) ma che ha il compito di riallineare i paesi arabi con le loro pulsioni eccessivamente autonomiste al blocco occidentale: i governi di Egitto, Tunisia e Libia pare che in questo momento brillino più per le leggi liberticide ed oscurantiste soprattutto verso le donne che per una reale politica di affrancamento dai vincoli economici e geostrategici imposti dall’Occidente dopo la decolonizzazione. Mi pare fin troppo ovvio che i partiti islamici estremisti, moderati o presunti tali, non sono nulla di più che un cavallo di Troia ben architettato dall’Occidente. Oggi si cerca di replicare in Siria (con il malcelato obiettivo di azzoppare Hezbollah in Libano e l’Iran) il capolavoro libico. Ma la Siria non è la Libia e, nonostante le colossali menzogne che leggiamo sui giornali o ascoltiamo in TV, le cose non stanno andando poi così lisce: l’Esercito Libero Siriano in realtà non sfonda, nonostante gli aiuti economici profusi generosamente da Arabia Saudita e Qatar1 e l’afflusso di jihadisti da tutto il mondo con una buona predominanza di libici, ceceni e maghrebini2 (alcuni con passaporto europeo), a cui si aggiungono i consiglieri militari della CIA e Mossad con una spruzzatina di mercenari della famigerata (ex) Blackwater3. Non c’è che dire, una bella carrellata di personaggi che oggettivamente non incontrano il favore della popolazione: è mia opinione che Assad non sia ancora caduto non tanto per un effettivo consenso alla sua persona, quanto per il disprezzo della popolazione verso il sedicente esercito libero che ad onor del vero assomiglia più ad un’accozzaglia di fondamentalisti (pure i nostri TG non riescono a nasconderlo) che per vantaggi personali si prestano a fare il gioco sporco per l’Occidente. Chi conosce la situazione sa molto bene che una resistenza democratica esiste effettivamente, ma che è minoritaria nell’ELS, se non addirittura esterna; ritengo che nelle prossime settimane i resistenti laici e democratici si troveranno a combattere sul fronte interno l’ELS e quello esterno i baathisti… un po’ quello che capitò agli anarchici in Spagna contro marxisti e fascisti. Per capire esattamente di che pasta sono fatti i “barbudos” dell’ELS basta ascoltare i sermoni di fuoco del loro leader spirituale, tale sceicco Adnan al-Arour, che in uno dei consueti sermoni ha definito la linea d’azione in base alla quale gli infedeli, i non sunniti per capirci, nella nuova Siria possono solo aver un posto al cimitero (i TG guarda caso omettono che molti civili uccisi dall’ELS per poi dare la colpa al regime sono sciiti, cristiani, drusi, alawiti e kurdi); in seconda istanza la nuova Siria dovrà proseguire la lotta contro gli infedeli sciiti penetrando in Iraq e dando manforte ai qaidisti ed a una nuova entità ancora in sonno e speculare alla formazione siriana: Esercito Libero Iracheno4. Ovviamente questo i media occidentali non lo dicono, come non parlano delle reazioni che potrebbero avere i russi e gli iraniani, già pesantemente sottopressione per le continue minacce di Netanyahu.

Nonostante la situazione qui sommariamente riassunta, Obama, Cameron, Hollande e Terzi stanno già sbraitando: “Alla guerra in nome della libertà!”, ovviamente con la benedizione dell’ineffabile Daniel Cohn-Bendit5.

1 http://www.loccidentale.it/node/117117

2 http://30secondi.globalist.it/10secondi/?p=19302

3http://rt.com/news/cia-blackwater-mossad-syria-037/

4http://www.iraqhurr.org/content/article/24676939.html (non escludo un futuro articolo solo su questo argomento).

5 Protagonista, nel 1968, del “maggio francese”, è ora dirigente del partito verde e membro del CFR europeo.

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