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Categoria: Dibattiti e opinioni
Creato Venerdì, 08 Luglio 2022

GranoI nuovi Paperoni sono i servi dei padroni, redazionale (n°255)

Secondo un recentissimo studio dell’Institute for Policy Studies, negli USA un amministratore delegato guadagna in media 670 volte in più di un suo dipendente, in aumento rispetto alle 640 volte del 2020.

Lo si apprende da un articolo di Mauro Del Corno pubblicato su Il fatto quotidiano del 7 giugno.

«Il compenso di un ceo (chief executive officer) è in media di 10,6 milioni (con un incremento di 2,5 milioni rispetto al 2020) mentre quello di un lavoratore è di 23.968 dollari. Lo studio arriva mentre cresce il coro di voci negli Usa per la formazione di sindacati nelle aziende, come ad esempio Amazon e Starbucks. (…) Secondo quanto emerge dallo studio in 49 aziende delle 300 esaminate il rapporto raggiunge addirittura 1 a 1000 e in alcuni casi vola oltre le 6mila volte».

Il manager più pagato in assoluto sarebbe stato «l’amministratore delegato di Amazon Andy Jassy che in 12 mesi ha incassato quasi 213 milioni di dollari, 6.474 volte la paga media di un suo dipendente. Per guadagnare quello che il suo amministratore delegato ha incassato nell’ultimo anno un immortale dipendente di Amazon avrebbe dovuto iniziare a lavorare nel 4.500 avanti Cristo. L’azienda, rimarca lo studio, ha speso milioni di dollari per contrastare la formazione di rappresentanze sindacali nei suoi stabilimenti».

Nel frattempo, in Africa, e più precisamente in Nigeria, almeno 31 persone sono rimaste  uccise schiacciate nella  calca  in una chiesa del sud del paese. 

Secondo la stampa locale, l’incidente è avvenuto nella chiesa Kings Assembly di Port Harcourt, capitale dello stato di Rivers, durante l’evento “shop for free” che prevedeva la distribuzione di cibo e altri prodotti. Secondo la ricostruzione di  Grace Iringe - Koko, portavoce della polizia locale, “alcune persone si sono presentate in anticipo, alcuni si sono spazientiti ed hanno iniziato a spingere, il che ha portato alla ressa”. Il gruppo di persone, ha detto la polizia, ripresa da Al Jazeera, ha sfondato un cancello e nella calca che si è scatenata almeno 31 persone sono morte.

Questo è il mondo in cui viviamo.

Le ripercussioni della guerra imperialista in corso in Ucraina, e in particolare la diminuita produzione ed esportazione dei cereali da parte dei paesi belligeranti, aggraveranno probabilmente la penuria di alimenti in tutto il mondo, ed episodi come quello sopra descritto diverranno probabilmente sempre più frequenti. 

Ma la diminuita produzione e la diminuita esportazione non sono le sole cause cui la carenza di alimenti va imputata. Secondo una dichiarazione della responsabile della Campagna agricoltura di Greenpace, riportata da Silvia Perdichizzi su L’espresso del 29 maggio: “Ridurre di circa il 10 per cento la produzione zootecnica europea basterebbe a compensare la gran parte del frumento che l’Ucraina probabilmente non potrà esportare quest’anno”. 

E tutto ciò senza parlare della speculazione scatenatasi (per caso?) già prima che iniziasse la guerra.

 

 

 

 

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