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Categoria: Dibattiti e opinioni
Creato Martedì, 10 Dicembre 2019

berrettoReddito di cittadinanza: un miracolo laico? di Luciano Nicolini (n°228)

Mercoledì 20 novembre è stato pubblicato, su Il Fatto Quotidiano, un lungo articolo del sociologo Domenico De Masi intitolato: “Un miracolo laico in tempi di cinismo”.

Il tema affrontato è quello del cosiddetto “reddito di cittadinanza”, istituito in Italia qualche mese fa dal governo gialloverde (in realtà, come ho scritto più volte, si tratta di un “reddito minimo garantito” che è possibile ricevere solo se si è particolarmente poveri e si fa ciò che viene richiesto dalle autorità).

«Che, finalmente, il governo italiano – scrive l’autore – si sia messo nei panni e nei tempi dei poveri, come del resto fanno molti altri governi europei, e che questa volta il suo intervento sia stato rapido ed efficace, mi sembra un miracolo. Le azioni legislative poste in atto, su stimolo diretto o indiretto del Movimento 5 Stelle, sono state quattro: un progetto di legge del 2013 (prima firmataria la senatrice Catalfo), il decreto legislativo del settembre 2017 con cui il governo Gentiloni introdusse il Reddito d’Inclusione, il decreto legislativo del gennaio 2019, convertito poi in legge nel marzo scorso, con cui il primo governo Conte ha introdotto il Reddito di cittadinanza.

Grazie al Rei, dal gennaio 2018 a tutto settembre 2019 hanno percepito almeno una unità di sussidio 508.000 nuclei familiari, coinvolgendo 1,4 milioni di persone con un importo medio mensile di 293 euro (…).

Di tutt’altro livello ed effetto è stato il Reddito di cittadinanza: in base ai dati Inps aggiornati all’8 ottobre 2019, oggi la platea complessiva dei beneficiari effettivi è di 2.334.000 persone, di cui 597.000 minori e 199.000 nuclei familiari con invalidi. (…)

Come si vede, quelle del Reddito di cittadinanza sono cifre imponenti: milioni di poveri assoluti, centinaia di migliaia di bambini e invalidi che fino a ieri non avevano la certezza del cibo e dell’alloggio, oggi possono contare su un minimo di sopravvivenza. Insomma, un miracolo laico compiuto in tempi record (…). Di fronte a questo miracolo, solo l’inguaribile cinismo neo-liberista e l’incapacità comunicativa dei 5Stelle può far dire spudoratamente ai detrattori che “il Reddito di cittadinanza è fallito”».

Condivido, nella sostanza, quanto affermato da De Masi: chi dice che “il reddito di cittadinanza è fallito” lo fa aggiungendo che “non ha creato posti di lavoro”. Ma lo scopo del provvedimento governativo (erroneamente) chiamato “reddito di cittadinanza” non era quello di creare posti di lavoro: è ovvio che i posti di lavoro non si creano distribuendo denari alla gente! Gli obblighi di frequentare corsi di formazione e svolgere lavori socialmente utili, che affiancano il provvedimento, sono stati inseriti soltanto per  tacitare Salvini e tutti quelli che, come lui, inveiscono contro chi “invece di darsi da fare se ne sta in poltrona”. 

Lo scopo di quello che è stato impropriamente chiamato  “reddito di cittadinanza” era  alleviare le tante situazioni di miseria che convivono, accanto alla ricchezza, all’interno della nostra società. E se c’è qualcosa che rende antipatico tale provvedimento, a mio modo di vedere, è proprio l’imposizione autoritaria di corsi e prestazioni da parte dello stato.

Quanto poi al fatto che molti compagni avrebbero preferito altri provvedimenti (tra i quali la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario), è un altro discorso, sul quale ho già detto in passato il mio parere.