Il gioco delle tre carte redazionale (n°171)

Nel corso dell’estate, qualcosa è cambiato. Quali ripercussioni avranno le manovre politiche cui stiamo assistendo sulle condizioni di vita e di lavoro degli Italiani?

«Italia: niente di nuovo sotto il sole. Renzi prosegue tranquillamente il lavoro di Monti e Letta». Così intitolavamo l’editoriale dello scorso numero di Cenerentola, scritto alla fine di giugno.

In realtà, nel corso dell’estate, qualcosa è cambiato: i poteri forti, convinti di aver sconfitto, grazie a Matteo Renzi, il Movimento 5 Stelle, stanno ora tentando di disfarsi del loro paladino.

Renzi, mosso da una smisurata ambizione che lo fa somigliare sempre più a Mussolini, reagisce aggrappandosi a Berlusconi il quale, felice di essergli indispensabile, si lascia corteggiare, tenendosi però aperta una via di fuga.

Che il Movimento 5 Stelle sia in difficoltà è evidente: non perchè il 21% dei voti validi ottenuto nelle recenti elezioni europee sia poca cosa, ma perchè non le ha vinte e, non volendo (né potendo) allearsi con Berlusconi, con Renzi o con entrambi, finisce con l’apparire, dal punto di vista dell’azione parlamentare, quasi inutile.

I poteri forti, passata la paura, tirano un sospiro di sollievo, e ritengono che i tempi siano ormai maturi per disfarsi dell’utile imbonitore toscano: preferirebbero che la macelleria sociale fosse gestita direttamente dalla finanza internazionale, che di queste cose se ne intende e non ha necessità di mantenere il consenso degli elettori.

Ma Renzi non ci sta: “Dio me l’ha data (la presidenza del consiglio) e guai a chi la tocca” - sembra dire, scimmiottando Napoleone. Del resto i suoi sostenitori presenti in parlamento, uniti a quelli di Berlusconi, bastano e avanzano per rimanere in sella...

Berlusconi, ancora una volta, è arbitro della situazione: da lui dipende la tenuta del governo. Ma al governo, per ora, non vuole partecipare. Sa bene che, se non si cambia il Paese, in autunno sarà necessario un prelievo di 20 miliardi di euro dalle tasche dei contribuenti. E non vuole essere lui ad attuarlo.

Quali ripercussioni avrà tutto questo sulle condizioni di vita e di lavoro degli Italiani? Quale tra gli sviluppi che si intravedono all’orizzonte può essere considerato il male minore?

È difficile dirlo.

Siamo infatti di fronte a una nuova versione del gioco delle tre carte: in quello che tutti conosciamo, teoricamente, se indovini dove è la carta vinci, altrimenti perdi. E, ovviamente, chi lo gestisce fa in modo che tu perda sempre. Qui invece, qualsiasi carta si scelga si è già sicuri di perdere: la prima rappresenta gli avvoltoi della finanza internazionale, la seconda il “neofascismo” renziano, la terza Silvio Berlusconi in persona.

Gli anziani insegnano a non giocare mai al gioco delle tre carte: soltanto gli stupidi ci cascano. E a noi sembra un insegnamento valido.

Roberto Leydi, grande esperto di cultura popolare, raccontava che, mentre il truffatore sta facendo il gioco delle tre carte, è sempre presente, in mezzo al pubblico, un suo compare che, in base al noto principio secondo il quale “non si ruba a casa dei ladri”, vigila affinchè i borseggiatori non approfittino della distrazione dei partecipanti per alleggerirli del portafogli.

Chi sarà il vigilante, nella nuova versione del gioco? Sinistra, Ecologia e Libertà?